La maggior parte degli stili musicali contemporanei, compresi quelli più commerciali, hanno origine da un unico bacino culturale, ovvero quello statunitense. Con gli anni, poi, la musica si è arricchita di influenze che hanno contribuito a creare altri generi e interessanti contaminazioni.
Pensiamo, ad esempio, alle derive rock di alcuni generi prettamente folk, oppure all’arricchimento di sonorità R’n’B su brani cantautorali, anche italiani. Se la possibilità di accostare fra di loro ritmiche, armonie e melodie genera combinazioni infinite, l’antenato principale è, però, “comune”.
Il blues
La parola “blues” definisce un particolare stile musicale, che comprende una specifica struttura armonica dei brani, a dodici battute. Derivato direttamente dai canti di lavoro degli afroamericani, è caratterizzato anche dall’utilizzo di determinati strumenti e di particolari note (dette blue note). Anche i temi trattati nelle liriche dei brani affrontano temi ricorrenti, come le difficoltà in ambito sociale, le ingiustizie, il desiderio di riscatto e sofferenze legate all’anima.
Se gli spiritual venivano accompagnati dalla ritmica ottenuta dagli strumenti di lavoro, il blues si avvale di strumenti come la chitarra, l’armonica, ma anche il contrabbasso, il pianoforte e la batteria, ovvero la strumentazione che costituisce la base della musica contemporanea. La scelta della chitarra, condivisa con il ragtime, era dovuta alle capacità espressive legate allo strumento.
Da una parte, le corde della chitarra permettono di eseguire bending, ovvero la tecnica con la quale si fa un glissato da una nota a un semitono (o un quarto) maggiore o minore della nota di partenza. Ciò si lega perfettamente con le melodie del canto. Inoltre, la divisione in tasti, il manico e l’accordatura sembrano nati apposta per eseguire le pentatoniche, ovvero le scale a cinque toni alla base del sistema musicale del genere.
Il jazz
In realtà, nonostante sia stato il blues ad influenzare la maggior parte dei generi musicali moderni, il jazz è considerato un suo precursore che, però, ha avuto un’evoluzione completamente differente. Dalle origini sui campi di lavori alle band swing Dixieland il salto è già quantico. Se pensiamo poi alle sperimentazioni e sonorità di bebop, cool jazz e hard bop, capiamo di avere di fronte un genere che ha saputo reinventare le leggi dell’armonia, regalando agli appassionati la possibilità di godere di emozioni infinite.
Dal punto di vista strumentale, il jazz utilizza strumenti come chitarra, fiati, contrabbasso, batteria e vibrafono. Tra i fiati più usati troviamo il sassofono, tutt’ora molto popolare tra musicisti professionisti e amatoriali, il clarinetto e la tromba. La struttura musicale dei brani comprende abitualmente un tema centrale, che poi viene ampliato e arricchito da tutti gli strumenti presenti sul palco che, ad uno ad uno, eseguono assoli di varia lunghezza.
Per chi è a digiuno di cultura musicale, alcuni stili del jazz possono risultare un po’ difficili da comprendere e quindi da apprezzare. In realtà, dopo un discreto numero di ascolti, anche il brano più armonicamente ardito svelerà i suoi segreti, permettendo così di imparare ad amare un genere che può donare moltissime emozioni.